Nell’ultimo post abbiamo parlato
della necessità di essere gentili con se stessi. Oggi vorrei chiarire cosa NON
vuol dire essere gentili con se stessi, perché questo è solo il primo passo
verso il cambiamento desiderato.
Un abbraccio, il silenzio, dirsi "io ci sono", essere gentili con se stessi e con gli altri |
Se un mio caro amico, o mio figlio,
si sentisse triste, arrabbiato, o in colpa, o si vergognasse per qualcosa, il
mio primo istinto sarebbe quello di consolarlo, di dire o fare qualcosa per diminuire
il suo dolore. E probabilmente non gli farei un favore, perché in questo modo
gli darei il messaggio che bisogna cercare di evitare le emozioni spiacevoli. Tali
emozioni esistono, sono normali e non ci uccideranno. Come dicevo nell’ultimo
post, possiamo essere gentili con noi stessi e tenere con tenerezza il nostro
dolore, ma questo da solo non basta.
Essere gentili con se stessi NON
vuol dire:
1. Compiangersi: dirsi quanto siamo
sfortunati, quanto siano cattivi gli altri, quanto sia ingiusto il destino, il
fato, la sfortuna…non è molto utile. Crogiolarsi nella propria sofferenza non
solo non ci farà sentire meglio, ma non risolverà nemmeno i nostri problemi.
2. Giustificarsi: dirsi cose tipo “mi
comporto in questo modo perché sono fatto così e non posso farci nulla”, “è più
forte di me”, “sono gli altri che hanno torto e dovrebbero cambiare” è ancora
meno utile
3. Restare fermi: c’è una massima
azzeccatissima di Albert Einstein che sostiene “Non possiamo
pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. A
maggior ragione, non possiamo pretendere che le cose cambino se non facciamo
NULLA per cambiarle. Quanto più restiamo attaccati ai pensieri elencati nei
punti 1 e 2, tanto più resteremo fermi ad osservare i soliti meccanismi che si
ripetono.
Il cambiamento non è mai facile! |
Quindi?
Essere gentili con se stessi vuol
dire anche darsi la possibilità di cambiare ciò che non ci piace, ciò che non
ci fa stare bene. Vuol dire accettare che come esseri umani possiamo soffrire,
sbagliare, avere mille difetti, ma abbiamo anche la capacità di cambiare ogni
giorni, ogni istante il nostro comportamento. Abbiamo sempre una scelta.
Cambiare non è facile, ma implica
sempre un’AZIONE. Pensarci, parlarne…non basta. Anzi, a volte è
controproducente. I cambiamenti possono anche riguardare piccoli comportamenti,
ma devono essere fatti.
Il modo migliore per cambiare è capire
quale direzione vogliamo prendere, stabilire un piano d’azione e poi metterlo
in atto…ma ne parleremo nel prossimo post.