martedì 20 maggio 2014

Cambiamento e azione



Nell’ultimo post abbiamo parlato della necessità di essere gentili con se stessi. Oggi vorrei chiarire cosa NON vuol dire essere gentili con se stessi, perché questo è solo il primo passo verso il cambiamento desiderato.

ansia, depressione
Un abbraccio, il silenzio, dirsi "io ci sono", essere gentili con se stessi e con gli altri

Se un mio caro amico, o mio figlio, si sentisse triste, arrabbiato, o in colpa, o si vergognasse per qualcosa, il mio primo istinto sarebbe quello di consolarlo, di dire o fare qualcosa per diminuire il suo dolore. E probabilmente non gli farei un favore, perché in questo modo gli darei il messaggio che bisogna cercare di evitare le emozioni spiacevoli. Tali emozioni esistono, sono normali e non ci uccideranno. Come dicevo nell’ultimo post, possiamo essere gentili con noi stessi e tenere con tenerezza il nostro dolore, ma questo da solo non basta.

Essere gentili con se stessi NON vuol dire:
1. Compiangersi: dirsi quanto siamo sfortunati, quanto siano cattivi gli altri, quanto sia ingiusto il destino, il fato, la sfortuna…non è molto utile. Crogiolarsi nella propria sofferenza non solo non ci farà sentire meglio, ma non risolverà nemmeno i nostri problemi.
2. Giustificarsi: dirsi cose tipo “mi comporto in questo modo perché sono fatto così e non posso farci nulla”, “è più forte di me”, “sono gli altri che hanno torto e dovrebbero cambiare” è ancora meno utile
3. Restare fermi: c’è una massima azzeccatissima di Albert Einstein che sostiene  “Non possiamo  pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. A maggior ragione, non possiamo pretendere che le cose cambino se non facciamo NULLA per cambiarle. Quanto più restiamo attaccati ai pensieri elencati nei punti 1 e 2, tanto più resteremo fermi ad osservare i soliti meccanismi che si ripetono.

ansia, depressione, rinascita
Il cambiamento non è mai facile!


Quindi?
Essere gentili con se stessi vuol dire anche darsi la possibilità di cambiare ciò che non ci piace, ciò che non ci fa stare bene. Vuol dire accettare che come esseri umani possiamo soffrire, sbagliare, avere mille difetti, ma abbiamo anche la capacità di cambiare ogni giorni, ogni istante il nostro comportamento. Abbiamo sempre una scelta.
Cambiare non è facile, ma implica sempre un’AZIONE. Pensarci, parlarne…non basta. Anzi, a volte è controproducente. I cambiamenti possono anche riguardare piccoli comportamenti, ma devono essere fatti.
Il modo migliore per cambiare è capire quale direzione vogliamo prendere, stabilire un piano d’azione e poi metterlo in atto…ma ne parleremo nel prossimo post.