domenica 10 agosto 2014

5 meditazioni da 1 minuto da fare durante le vacanze

Buongiorno a tutti! Spero vi stiate godendo una splendida meritata vacanza. Ho pensato di suggerirvi un modo per godervela ancora di più…e per non perdere le buone abitudini. Esercitarsi attraverso la mindfulness, la consapevolezza del qui e ora, è importante per rendere il processo sempre più semplice e disponibile, inoltre è il VERO, UNICO modo per godersi un’esperienza.
Quindi, vi propongo 5 facili esercizi da fare in vacanza. Possono essere molto brevi, durare anche solo un minuto, oppure potete prolungarli quanto volete (in effetti possono essere piuttosto piacevoli…). Possono essere fatti ovunque, al mare, in montagna, ma anche in città, basta un po’ di fantasia:
  1. Mindfulness del SOLE: basta sollevare il viso verso il sole, chiudere gli occhi e notare le sensazioni che provengono dalla vostra pelle. Lo so che le conoscete, ma provate ad osservarle come se foste esposti ai raggi solari per la prima volta nella vostra vita. Notate quanto sia meraviglioso e speciale stare semplicemente lì, respirare e sentire il calore sulla pelle. E se la vostra mente dopo un po’ comincerà a parlare, presentandovi pensieri, immagini o altro, notate con quanta facilità vi fate distrarre da questo e smettete di percepire il sole sul viso. E se dopo un po’ cominciate a sentire caldo, sudare o desiderare di spostarvi all’ombra, notate con che velocità la vostra mente esprime dei giudizi e cerca di allontanarvi dalle sensazioni spiacevoli. Respirate e notate se potete rimanere ancora un po’ lì, col viso rivolto verso il sole. Conosco alcune persone che amano fare quest’esercizio sotto la pioggia: sicuramente più anticonformisti, ma consapevoli della necessità di vivere tutte le sensazioni, compresa la fredda scossa di un temporale estivo!  
    psicologia, psicoterapia
    Mindfulness del sole
  2. Mindfulness dei PIEDI: liberiamoci delle scarpe, finalmente! I piedi, così sensibili e costretti quasi sempre ad essere rinchiusi…restiamo a piedi nudi, al mare, sulla sabbia, ma anche su un prato, in piscina o semplicemente sul fresco pavimento di casa. Respirate, chiudete gli occhi e poi portate tutta la vostra attenzione alle sensazioni che provengono dai vostri piedi. La consistenza, la temperatura di ciò che state calpestando. Com’è il suolo su cui siete? Liscio? Ruvido? Provoca sensazioni dolorose? Osservate anche queste. Siete immersi in un liquido? Che sensazione vi provoca questo? Fate qualche passo. Come cambiano le vostre sensazioni? 
    psicologia, psicoterapia
    Mindfulness dei piedi
  3. Mindfulness del GELATO: ovviamente sostituibile con l’anguria, la granita, la piadina…a seconda del livello di dieta che volete mantenere in vacanza! Ma più l’alimento è calorico, più l’esercizio diventa obbligatorio: non vorrete mica ingrassare per qualcosa che non vi siete nemmeno gustati al 100%??? Quindi, prendetevi tutto il tempo e la concentrazione necessari per farlo. Non parlate con gli altri, non andate dietro ai vostri pensieri, respirate e assaporate il gelato almeno con 3 sensi: osservatelo come se fosse un oggetto sconosciuto, annusatelo, notate quali sensazioni si risvegliano nel vostro corpo e poi assaggiatelo. Notate prima ancora del sapore la consistenza del cibo all’interno della bocca e sulla lingua. Notate la temperatura. Notate in quale punto della vostra lingua il sapore si percepisce più intensamente. Osservate queste sensazioni con curiosità, come se non le aveste mai notate prima. Fate tutto molto lentamente. Pensate a quante volte ingurgitiamo il cibo senza nemmeno accorgerci del gusto che ha e non fatelo.
    Mindfulness del gelato
  4. Mindfulness del RISVEGLIO: approfittiamo del fatto di avere più tempo a disposizione e di non dover schizzare giù dal letto al suono di una sveglia e godiamoci il momento più magico della giornata. Spendete un minuto per notare la sensazione delle lenzuola sopra e sotto il vostro corpo, la loro consistenza, il loro odore. Notate ciò che potete vedere nella stanza in penombra, notate i suoni ed i rumori che potete sentire, la temperatura dell’aria sulla vostra pelle. Notate il vostro respiro. Notate le sensazioni che provengono dal vostro corpo, muovetevi lentamente e sentite i muscoli che si risvegliano. Notate come la vostra mente entrerà subito in modalità “sono sveglio-che giorno è-cosa devo fare oggi-cosa è successo ieri-ecc” e provate a tornare un attimo indietro, portate la vostra attenzione al respiro, alle lenzuola, ai rumori, a ciò che potete vedere dietro alle palpebre chiuse. Restate così tutto il tempo che lo desiderate. Se poi il risveglio segue un pigro estivo sonnellino pomeridiano…ah, che meraviglia!
    psicologia, psicoterapia
    Mindfulness del risveglio
  5. Mindfulness del BACIO: riflettevo sul fatto che spesso i ricordi più belli delle mie storie d’amore sono legate a un bacio. Quanto è importante un bacio? Quante sensazioni è in grado di darci? Quante cose è in grado di dirci? E quante volte diamo baci frettolosi, distratti o non ci godiamo quelli potenzialmente memorabili perché intanto stiamo pensando a cosa sta pensando l’altro, a cosa succederà dopo, alla lista della spesa, ecc.? Approfittiamo di queste vacanze per dare un bacio con tutta l’attenzione che merita. Prendete mogli, mariti, fidanzati, ma anche l’avventura di una sera o, se non volete un bacio romantico, amiche, figli e parenti! Guardatevi negli occhi qualche secondo, respirate, chiudete gli occhi e  lasciate che i vostri pensieri si calmino mentre voi dirigete tutta l’attenzione alle sensazioni della vostra bocca. Che sia un bacio lungo, fatelo durare più di 3 secondi! Ne vale assolutamente la pena.
    psicologia, psicoterapia
    Mindfulness del bacio

Queste 5 sono irrinunciabili per godere pienamente della vostra vacanza, ma lascio alla vostra fantasia la libertà di sperimentare…anzi, raccontatemi qual è il vostro “momento di connessione” preferito! (Poi magari io vi svelo il mio…)

Ps: il bambino che mangia il gelato è mio figlio Alessandro quando aveva circa 20 mesi. Tengo tantissimo alle sue foto, il fatto di averne condivisa una con voi vuole essere il mio regalo per tutti quelli che mi leggono. Buone vacanze!

martedì 5 agosto 2014

Fobia sociale (1): La malattia della solitudine



La fobia sociale è un problema più frequente di quanto si pensi. Negli anni mi è capitato di incontrare diverse persone che ne soffrivano: bambini e adulti, ma soprattutto adolescenti e ragazzi tra i venti e i trent’anni. In realtà spesso il disturbo insorge durante l’infanzia, ma le persone si decidono a chiedere un aiuto solo dopo anni di sofferenze.



Ma cos’è la fobia sociale? Per una descrizione esaustiva del disturbo, rimando ad un articolo che ho scritto tempo fa (http://www.ansiasociale.it/articoli-psicologia/la-fobia-sociale-quando-lestraneo-fa-paura). In sintesi, è una forma estrema di timidezza, che rende difficile rapportarsi a quasi tutte le persone: di solito, meno sono familiari le persone, più la difficoltà aumenta. Questa timidezza provoca un’ansia così grande da compromettere tutte le aree più importanti della vita di un individuo: amicizie, relazioni sentimentali, studio, lavoro, passioni, autorealizzazione.

Il pensiero costante è: “cosa penseranno gli altri di me se faccio-non faccio/dico-non dico questa cosa?” E questo pensiero condiziona tutte le scelte della persona, da quelle più banali (come entrare o meno in un bar per prendere un caffè), a quelle più importanti (sostenere esami universitari, colloqui di lavoro). Questo pensiero sarà presente se vorrà chiamare un amico, chiedere ad una ragazza di uscire o partecipare ad una conversazione in un gruppo.

Insieme a questo pensiero, c’è la costante autocritica: “non sono simpatico, brillante, intelligente, bello come gli altri”, “sono uno sfigato”, “non mi vuole nessuno”.

psicologia, psicoterapia, mindfulness, meditazione
Vincent van Gogh - Piante di iris (1889)




Per non sentire l’ansia e l’imbarazzo che questi pensieri comportano, la persona che soffre di fobia tenderà, quando può,  ad evitare tutte quelle situazioni che lo espongono al contatto con gli altri. Per questo, la fobia sociale, più di altri disturbi, condanna alla solitudine.

La sofferenza è così grande che alcuni prendono in considerazione l’idea del suicidio (è il caso di Beatrice, ma ne parlerò più avanti).



Vorrei cominciare questa serie di post con una nota positiva: non siete condannati a vivere tutta la vita come state vivendo ora. Si guarisce? Se per guarigione si intende il miracoloso cambiamento da una personalità timida ad una eccezionalmente estroversa, no. Se si intende la scomparsa di tutti i pensieri negativi che vi hanno accompagnati per tutta la vita e che vi hanno impedito di vivere la vita che avreste voluto, no. Se immaginate la magica scomparsa di emozioni negative quali ansia, paura, imbarazzo e dolore, no.

Ma allora?! Se vi dicessi che pensieri ed emozioni spiacevoli non scompariranno, ma imparerete un modo nuovo di trattarli e che questi non influenzeranno più tutte le decisioni della vostra vita? Se vi dicessi che potrete sentirvi liberi di andare dove volete e fare ciò che desiderate, studiare, lavorare, fare nuove amicizie, incontrare nuove persone? Vi considerereste “guariti”? Se poteste inseguire i vostri sogni e diventare la persona che vorreste diventare?


psicologia, psicoterapia, mindfulness, meditazione
Solitudine?


E tutto questo grazie alla mindfulness (per qualche informazione in più sulla mindfulness). Ma cosa fa la mindfulness? Russ Harris per spiegarlo propone la metafora del film horror (Russ Harris, “Fare ACT”, Franco Angeli):

“adesso quando questi ricordi compaiono, è come guardare un film dell’orrore terrificante a notte fonda, tutto da solo, in una vecchia casa, con tutte le luci spente. Supponi invece di stare a guardare lo stesso identico film, la TV è nell’angolo della stanza, ma è pieno giorno, la luce del sole passa attraverso le finestre, la tua casa è piena di amici e familiari, e state interagendo gli uni con gli altri: ridendo, parlando, mangiando e divertendovi. Il film non è cambiato di una virgola – è ancora alla TV nell’angolo della stanza – ma adesso sta avendo molto meno effetto su di te.”

Incredibile, vero? Eppure, si può fare.



Tra qualche giorno vi parlerò di Paola e di come la mindfulness sta cambiando la sua vita.