Mentre vi scrivo lei sta
percorrendo un lungo cammino. E non
solo in senso metaforico…sta facendo il cammino di Santiago de Compostela. Non sa quando
terminerà, sta solo camminando e respirando, sola con se stessa. Ebbene sì, ha
deciso di partire da sola e da sola
affronterà disagi, problemi, ma anche soddisfazioni e gioie. Chi è lei? È Paola,
una ragazza che soffre di fobia sociale (leggi anche il primo post su fobia sociale), ma che sta percorrendo un
viaggio, appunto, fuori e dentro se stessa.
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Mindfulness. Un lungo cammino di consapevolezza, dentro e fuori da noi stessi. |
Quando la si conosce, le parole che
vengono in mente per descriverla sono: dolce, delicata, educata. È una persona
così educata che teme di infastidire, offendere o mettere a disagio chiunque
col suo comportamento. Dice spesso “Non
posso fare questo…non si fa! Non sta bene!”, mettendo in secondo piano le
proprie esigenze e i propri desideri. Molte cose che per la maggior parte delle
persone sono “semplici” a lei creano un’ansia
pazzesca, perché non sa come comportarsi, cosa dire, come dirlo, se “si può
fare”. Quindi, andare al bar affollato per prendere un caffè è difficile,
entrare in un’aula universitaria è difficile, salutare le persone, anche solo
guardarle negli occhi è difficile. E poi parlare in un gruppo, anche se è
composto da persone che conosce, chiedere in prestito degli appunti, chiedere
spiegazioni ad un professore, sostenere un esame universitario. Questi compiti
che sembrano scontati, a Paola creano più che imbarazzo, ma sentimenti di ansia
e inadeguatezza così forti che
quando me li racconta non può fare a meno di piangere. Non si può liquidare il
problema dicendo che si tratta di timidezza, è un dolore che pesa sull’anima e che può avere effetti importanti sulla
vita di una persona.
Infatti, Paola potrebbe perdere delle
occasioni di carriera (ora
scolastica, ma poi anche lavorativa) perché non si ritiene all’altezza o perché
si vergogna a proporsi per un certo ruolo/incarico. Ci sono ragazzi intelligenti
che hanno abbandonato gli studi per il timore di essere messi “sotto esame” ed
ora fanno lavori che non amano e che sono al di sotto delle proprie capacità. Inoltre,
la fobia sociale ha ripercussioni sulla sfera
sentimentale e delle amicizie.
Paola ha un fidanzato (conosciuto su internet) che ama moltissimo, ma ha paura
che lui si stancherà della sua poca abilità sociale, del suo essere silenziosa
e in difficoltà quando si trovano con altri amici. La paura di perderlo è
grande, ma la paura di esporre i propri sentimenti è così grande che non ne
parla con lui…non sa chiedergli affetto, rassicurazioni, non sa nemmeno dire perché
questo ragazzo sia fidanzato con lei da un anno, che tipo di sentimenti prova. Senza
saperlo crea una distanza tra loro due, impedisce al rapporto di diventare
intimo sul serio.
Il pensiero che sta alla base di
tutti i suoi comportamenti è “cosa
penseranno gli altri di me?” e per evitare questo pensiero e le emozioni
che lo accompagnano rischia di comportarsi proprio come non vorrebbe, attirando
l’attenzione di tutti. Ma soprattutto, allontanandosi dalla persona che
vorrebbe diventare, affettuosa, gentile, amichevole, dedita al lavoro che ama.
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La fobia sociale è fonte di grande dolore. |
Propongo a Paola di fare degli
esercizi di mindfulness, sia
in studio con me, che da sola, durante la settimana. Non saprei dire quanto
tempo sia passato di preciso, ma un giorno, seduta di fronte a me, mi racconta
dei progressi fatti, gli esami sostenuti, il progetto di questo viaggio a
Santiago. Inoltre, si è candidata come “tirocinante” in un grosso progetto
gestito da un suo professore, che la porterà a scrivere una tesi meravigliosa,
ma dovrà andare addirittura in un altro continente. Insomma, sta facendo cose
che la maggior parte delle persone “normali” avrebbe difficoltà a fare. Sta dimostrando
una forza ed un coraggio fuori dal comune (per una donna è ancora difficile
viaggiare e doversela cavare da sola). Come se fosse la cosa più naturale del
mondo mi dice: “forse è merito anche degli esercizi di mindfulness, ma ho
capito che le mie paure sono sempre
quelle, in tutte le situazioni. E allora possono stare lì”. Sì, grazie alla
mindfulness ha imparato a osservare le sue paure e accettarle, capire che “possono
stare lì”, mentre lei va avanti.
Certo, non tutto è risolto…prendere
un caffè è ancora difficile! Interagire con le persone e creare rapporti
significativi, anche, ma credo che abbia fatto quel “passo avanti” che porta a
vedere tutto da una prospettiva diversa. Sono enormemente orgogliosa della mia
piccola, dolce , educata Paola!!! E sono sicura che nella vita raggiungerà i
traguardi che desidera.
Buon viaggio, cara…